Stark Tower, New York City

 

Un uomo in armatura atterra sulla cima del grattacielo, cosa che di per sé non sarebbe incredibile per questa città in generale e per questo edificio in particolare.

Quando Iron Man apre il pugno qualcosa delle dimensioni di un piccolo insetto vola via dalla sua mano.

Quel qualcosa riprende le proprie dimensioni originali, e Janet Van Dyne osserva la città dall’alto dell’imponente costruzione.

-La vista da quassù è fantastica, Iron Man! Chissà quanto deve essere costato tutto questo al signor Stark!

<<Meno di tutti i soldi spesi nel corso degli anni sulle armature. Janet, sei sicura di voler vivere qui e non nella tua vecchia casa?>>

-Uhm...ti dispiacerebbe chiamarmi Wasp? Non mi sono ancora abituata al fatto che la mia identità segreta è pubblica, ora. A proposito! Scommetto che sono un disastro!

Wasp recupera un piccolo specchio da una tasca interna della cintura, uno dei tanti piccoli ritocchi fatti ad uno dei costumi che ha indossato in passato ma di cui non ha memoria, ed inizia a rimettersi a posto trucco ed acconciatura.

<<Uh, Wasp... che stai facendo? Ci stanno aspettando>> - risponde Iron Man, che ha notato benissimo come la sua amica abbia cambiato argomento.

-Solo un secondo, voglio fare una buona impressione con i Vendicatori! È la prima volta che li incontro, sai. Ecco fatto: come mi trovi? – chiede Wasp, mettendosi in posa come se fosse accerchiata dai fotografi.

<<Lo sai che non sei obbligata a rientrare subito nei Vendicatori, Wasp. I dottori dicono che ci potrebbe volere molto tempo prima di recuperare del tutto la memoria>>

-Hank è ritornato sulla costa ovest... e non conosco nessun altro, in città. O meglio, non mi ricordo di nessuno di quelli che mi conoscono. Ma hey, scommetto che tu potresti mettere una buona parola per me con il signor Stark: è ancora single, vero? – cambia di nuovo discorso l’eroina, prendendo Iron Man per un braccio.

<<Wasp...>> - sospira Iron Man, che si era dimenticato di quanto potesse essere irritante a volte la vecchia Janet.

-Mi dispiace interrompervi – si intromette una voce spettrale e senza la minima inflessione emotiva, alle spalle dei due Vendicatori.

Wasp si lascia scappare un grido, e dalle sue mani parte una scarica di energia bioelettrica. Energia che passa attraverso il corpo del sintezoide.

-Omiodio mi dispiace! Non mi sono ancora abituata al fatto che il mio pungiglione non è più meccanico! Le ho fatto male, signor...

-Visione. Bentornata nei Vendicatori, Wasp; parlo a nome di tutto il gruppo nell’esprimere la gioia di averti di nuovo tra di noi – risponde il sintezoide, la cui voce resta monocorde.

-Sì, posso sentire la gioia nell’aria – risponde Wasp, per poi sussurrare ad Iron Man:

-Non è un vero fantasma, vero?

<<Androide>>

-Bene, signor Visione, perché non mi presenta agli altri Vendicatori? Su con la vita, un bel fusto come lei non dovrebbe avere quel musone! – esclama Wasp avvinghiandosi al braccio di Visione, e quasi trascinandoselo dietro.

-Bel fusto? – ripete il sintezoide, visibilmente spaesato.

-Non mi dica che l’ho fatta arrossire! – risponde Wasp con un sorriso contagioso.

Ed infatti, sotto il casco di Iron Man, Tony Stark sorride come non faceva da tempo. Si era dimenticato quanto gli fosse mancata la sua vecchia amica.

 

 

#78

Rivoluzione senza sangue

di Carlo Monni e Fabio Furlanetto

 

 

Stark Tower

 

Dire che Janet Van Dyne si sente spaesata sarebbe decisamente sottovalutare il suo stato d’animo. Una buona parte di coloro che si trovano nella grande sala riunioni al 30° piano della grande torre di vetro e cemento o le sono totalmente sconosciuti come quella Songbird e Visione, oppure l’ultima volta che ne ha sentito parlare erano ricercati dalla legge come Occhio di Falco e Scarlet. È così che si sente chi si risveglia da un coma durato anni? Dieci anni della sua vita svaniti nel nulla e non saprà mai se riuscirà a recuperarli. Vorrebbe che Hank fosse lì con lei, ma se n’è andato. Alla fine le cose tra loro non hanno funzionato, le hanno detto e lei non riesce a liberarsi dalla fastidiosa sensazione che almeno in parte sia anche colpa sua.

-Ah, dolce Janet, è un vero piacere per il leone dell’Olimpo rivederti in perfetta forma.

-Grazie… ah… Ercole.- replica Wasp mentre il Principe della Forza la abbraccia e la solleva –Potresti mettermi giù adesso, per favore?

Ma certo! Perdona la mia irruenza, ma sono davvero felice di rivederti. Anche se in passato abbiamo avuto le nostre divergenze, non ho mai cessato di ammirarti.

-Davvero? Questo sì che è interessante. Dimmi, tu non sei lo stesso Ercole che ci mandò contro Immortus, vero?

-In verità non credo di capire il senso delle tue parole, mia leggiadra beltà.

-Lascia perdere. Ed ora ricominciamo da quel “leggiadra beltà.-

Ridi e scherza ragazza, pensa Janet Van Dyne, non lasciare che capiscano il tuo vero stato d’animo, anche se… davvero speri di ingannarli tutti?

<<Molto bene. Sono contento che siamo presenti quasi tutti, oggi.>> inizia Iron Man <<Vorrei iniziare dando il bentornato a Wasp e…>>

Improvvisamente, qualcosa sfascia una delle finestre per volare all’interno della sala riunioni.

-Vendicatori! Atlantide ha bisogno di voi! – annuncia Namor il Sub-Mariner.

-Vedo che certe cose non sono cambiate – commenta Wasp, riducendosi alle dimensioni di una vespa e volando verso l’intruso.

-Janet, aspetta – cerca di avvisarla Visione, ma Wasp sta già colpendo l’intruso con il proprio pungiglione.

Ognuno di quei colpi sarebbe sufficiente a mettere fuori gioco un normale essere umano per diversi minuti, ma Namor è solamente infastidito.

-Non c’è tempo per queste cose; il tempo a nostra disposizione è troppo poco per sprecarlo in questo modo – dichiara l’ex signore di Atlantide, battendo le mani con abbastanza forza da allontanare Wasp. E se le finestre della Stark Tower non fossero state progettate per resistere a questo tipo di situazioni, l’onda d’urto le avrebbe appena mandate in frantumi.

<<Basta così, Namor, si è trattato solo di un malinteso. Anche se avresti potuto bussare, sai.>>

-Le mie scuse, Iron Man, ma non esagero nell’insistere sull’urgenza di questa crisi. È  di vitale importanza agire subito.

-Abbiamo un debito di gratitudine per il tuo aiuto nella lotta contro i Signori del Male, Namor: saremo felici di aiutarti.- replica Visione.

-Perché nessun altro lo sta attaccando? – domanda Wasp ritornando a dimensioni normali, illesa anche se un po’ scossa.

-Namor è un nostro alleato ed un ex Vendicatore – le risponde Scarlet aiutandola a rialzarsi.

-Wow. Forse avrei dovuto studiarmi l’archivio dei Vendicatori prima dei numeri arretrati di Cosmopolitan...

 

Pochi minuti dopo

 

La sala riunioni è attrezzata con il più avanzato sistema di videoconferenza disponibile sul mercato: al centro del tavolo delle riunioni sono trasmesse le immagini olografiche provenienti da tre luoghi diversi del pianeta.

Una delle persone collegate in tempo reale è Namorita, cugina di Namor ed Imperatrice di Atlantide. La seconda è Andromeda Attumasen, rappresentante di Atlantide alle Nazioni Unite; di fianco a lei c’è Helaine Rochelle, Direttrice dell’ SHS. L’ultima persona collegata è il Segretario alla Marina degli Stati Uniti.

È  Namorita la prima a parlare:

-Mi dispiace non avervi contattato prima, Visione, ma la situazione è deteriorata in fretta. Lemuria ha accusato Namor di aver assassinato il loro imperatore Karthon, e pretendono che mio cugino si consegni a loro. Altrimenti, dichiareranno guerra ad Atlantide.

-Sembra che parlino sul serio – interviene il Segretario – I nostri sottomarini hanno identificato un massiccio spostamento di truppe sul fondo del Canale di Drake, a sud del Cile; data la profondità non siamo stati in grado di ottenere dati più precisi, tuttavia riteniamo che si tratti di una parte consistente del loro esercito.

Mentre il Segretario parla, Namor si avvicina a Visione per sussurrare:

-Dobbiamo proprio appoggiarci alla Marina americana per ottenere informazioni?

-La nostra priorità è essere in grado di gestire la crisi; sarebbe infantile soprassedere ad una fonte attendibile basandosi solo sulla nazionalità dell’intermediario – risponde il sintezoide, naturalmente senza essersi perso una sola parola del discorso.

-Mi sono offerta di recarmi personalmente a Lemuria per chiarire la faccenda – continua Andromeda – Ma in seguito all’ultimatum, Lemuria ha chiuso tutti i rapporti diplomatici.

-Tutto questo non ha senso, i Lemuriani non trarrebbero nessun vantaggio da una guerra con Atlantide – protesta Sersi.

-Sfortunatamente, gran parte delle nostre difese sono schierate ad ovest – ammette Namorita - Abbiamo sempre pensato che Lemuria avrebbe attaccato utilizzando la strada più breve, passando sotto il canale di Panama. Dato che non abbiamo una situazione chiara degli spostamenti di truppe lemuriane, non possiamo  nemmeno escludere che possano tentare un attacco su due fronti. E nonostante i nostri alleati di superficie abbiano dichiarato il loro supporto nel caso di un attacco, nessuno di loro dispone delle risorse per operare sul fondo dell’oceano... a differenza dei Vendicatori.

-Le truppe lemuriane ed atlantidee saranno a portata di combattimento tra quattro ore, a poca distanza dalla rete di cavi sottomarini per le telecomunicazioni – chiarisce la Direttrice Rochelle – E considerato ciò che avete scoperto finora, Lemuria potrebbe far parte di un progetto ancora più grande: si sono già infiltrati tra Eterni e Devianti.

C’è un momento di silenzio, e tutti gli occhi si puntano su Visione nell’attesa che il capo dei Vendicatori prenda una posizione ufficiale.

-Il quinjet impiegherà due ore per raggiungere Lemuria, ed un’altra per l’immersione. Namor, suppongo che tu conosca la strada più breve per raggiungere il palazzo di governo.

-Un secondo – protesta Capitan America – Stai progettando un attacco a Lemuria? Non abbiamo il diritto di...

-Ho intenzione di arrivare a fondo della faccenda, Capitan America. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno sono una buona dose di discrezione ed un diversivo.

L’atmosfera tesa del momento è interrotta dal rumoroso scroccare di nocche di Ercole:

-Non preoccuparti, Visione, ho parecchia esperienza nel causare distrazioni. E sono sicuro che Namor potrà dare il proprio piccolo contributo.

-Se non avessi cose assai più importanti a cui pensare, la distrazione sarebbe nell’abbattere le porte di Lemuria con il tuo cranio vuoto – controbatte Namor.

-Un ottimo suggerimento, Namor – sottolinea Visione, suscitando in tutti i presenti un’espressione di perplessità.

 

New York. Di fronte alla casa di Bobby e Marcy Steele.

 

L’uomo che al momento risponde al nome di Eric Masterson deglutisce più di una volta: affrontare un’orda inferocita di Troll od una catastrofe cosmica gli darebbe meno pensiero… eppure questa è una prova a cui non può sottrarsi, per quanto difficile sia.

Si avvicina alla casa zoppicando. Quei maledetti Celestiali quando hanno ricostruito questo corpo avrebbero anche potuto eliminare la ferita alla gamba già che c’erano, ma non l’hanno fatto, hanno replicato Eric Masterson e Thunderstrike così com’erano al momento della morte o quasi. Perché questo è il problema, vero? Che per quanto tu abbia i ricordi e l’aspetto di Eric Masterson, il corpo del vero Eric Masterson giace ancora nella sua tomba. Con che diritto puoi pretendere di entrare nella vita di coloro che lo conoscevano e di prendere il suo posto?

Con queste domande ancora in testa Eric si decide e suona il campanello.

Dopo quella che sembra un'eternità, la porta si apre ed è Marcy Masterson Steele ad apostrofarlo con un secco:

-Che ci fai qui ,tu?

-Vorrei parlare un po’ con te. Ma se vuoi che me ne vada, dillo e non tornerò più.

Qualche attimo di silenzio e poi Marcy dice:

-Vieni dentro.

Lui la segue senza dire una parola ed è lei a parlare ancora.

-Mi hai trovato per caso. Dopo che Bobby è stato portato via dalla Polizia ho deciso di non andare alla palestra per qualche giorno e passare più tempo con Kevin.

-Come l’ha presa?

-Cosa? Il fatto che il suo patrigno si è rivelato essere posseduto da un’entità maligna ed omicida oppure che il fatto che è in giro un… clone… del suo defunto padre?-

Toccato, pensa Eric, ecco perché prima di avvicinarmi mi sono assicurato che Kevin non fosse in casa. Bell’eroe che dovrei essere: ho paura di affrontare un ragazzino.

-Non ho chiesto io di tornare… ma sono qui. Hai parlato con l’avvocato che ho contattato? – cambia subito argomento.

-Bernadette Rosenthal dello studio Nelson & Murdock? Certo. Mi sembra una ragazza in gamba. Ha detto che può aiutare Bobby ad uscirne.

-Bobby non è malvagio, è stato solo vittima delle circostanze. La sua sola vera colpa è stata di sentirsi inadeguato, di non sentirsi all’altezza delle aspettative altrui. Io so bene cosa vuol dire.

-Davvero? Beh, forse è vero.- un lungo silenzio, poi Marcy parla ancora –Ascolta… Eric… questo è un momento difficile per tutti e beh… neanche tu sei cattivo e non è colpa tua quello che è successo. Se Kevin vorrà vederti non glielo impedirò.

-Grazie Marcy.

 

 

Due ore dopo

Sul fondo dell’ Oceano Pacifico

 

La pressione dell’enorme quantità d’acqua sulle loro teste ridurrebbe in poltiglia qualsiasi essere umano, ma Namor il Sub-Mariner è molto di più: questo è il suo ambiente naturale, del resto.

Anche Ercole non sembra risentire affatto della pressione, anche se indossa un respiratore miniaturizzato brevettato dalla Fantastic Four Inc. Non che ne abbia bisogno per sopravvivere, dato che potrebbe trattenere il respiro per giorni e giorni, ma per poter parlare con il vecchio compagno di squadra.

-Dove sarebbe Lemuria? A questa profondità, i miei occhi sono più al buio che nella camera da letto di Nox, la bella dolce dea della notte.

-Hai sempre un paragone mitologico pronto all’uso? Di fronte a te, a cinque chilometri di distanza – risponde Jocasta.

-Non è il momento di perdersi in chiacchiere. In questo stesso momento, migliaia di miei sudditi si preparano alla guerra... e migliaia di lemuriani sono costretti alla battaglia dai loro leader bugiardi ed infingardi. Il mio sangue ribolle ancora di collera per ciò che hanno osato fare al nobile Karthon.

-Andiamo Namor, non sono più i “tuoi” sudditi da quando te ne sei andato in pensione. Puoi sembrare ancora in grado di badare a te stesso per gli standard di un mortale...ma mi chiedo se le tue forze sono ancora all’altezza di quelle del Principe della Forza.

-L’androide è pazzo, se crede che un beota come te possa aiutarci a salvare Atlantide.

-Visione richiede il silenzio radio – interviene Jocasta – Possiamo cominciare.

-Devo però ammettere che c’è una parte del piano dell’androide che trovo...ispirata – risponde Namor, colpendo Ercole con un pugno sul mento sufficiente a lanciare il Vendicatore a centinaia di metri di distanza.

 

Nella più grande piazza di Lemuria, migliaia di persone si sono radunate per la cerimonia funebre dell’Imperatore. Le parole del clero, pronunciate in una lingua sacra più antica di qualsiasi civiltà di superficie ancora esistente, sono presto soverchiate dalle espressioni di meraviglia dei lemuriani.

Due uomini stanno combattendo proprio sopra la città, anche se le onde suscitate da ogni singolo pugno oscurano la visuale dello scontro. Anche le guardie che nuotano verso di loro non riescono ad avvicinarsi abbastanza da capire cosa stia succedendo.

In mezzo al caos che non tarda a manifestarsi, nessuno presta attenzione alle tre figure incappucciate che camminano tra la folla impazzita.

-Non riesco ancora a credere di essere sul fondo dell’oceano a respirare acqua – sussurra Wasp, ridotta alle dimensioni di un insetto, all’orecchio di Sersi.

-Niente di eccezionale, ti ho solo aggiunto delle branchie. E la tua pelle ora è abbastanza robusta da permetterti di sopravvivere a queste profondità...ma ricordati di non tornare a dimensioni umane.

-Oltre al silenzio radio, avrei dovuto specificare un silenzio acustico – commenta Visione, riducendo la propria densità per passare attraverso una porta.

Iron Man avvicina una mano alla serratura, e con una micro-torcia laser sulla punta dell’indice destro la fonde.

<<Se non altro avevano blindato la porta di servizio. Devo ammettere che i lemuriani sono più furbi del 99% -degli aspiranti conquistatori del mondo che ho conosciuto>>

Una volta all’interno, Wasp esce allo scoperto volando fuori dal cappuccio di Sersi...o sarebbe meglio dire nuota allo scoperto, per quanto sia difficile muovere le ali sott’acqua, per osservare Visione ritrarre la mano dal petto di una guardia lemuriana.

-Che sta facendo!?

-Aumenta leggermente la densità della mano in corrispondenza del cuore. Non preoccuparti, non è fatale – spiega Sersi, trasmutando i propri abiti nell’armatura leggera di una guardia lemuriana. Un secondo dopo, la sua pelle si ricopre di squame verdi.

-Non proprio all’ultima moda, ma così nessuno dovrebbe riconoscermi.

<<Ho sigillato la porta che abbiamo usato. Ottima strategia, Visione: non mi aspettavo ci saremmo infiltrati nel palazzo reale di Lemuria così facilmente>>

-Questa era la parte più semplice, Iron Man. È  chiaro che Lemuria è collegata alla stessa cospirazione che ha coinvolto Eterni e Devianti, ed è il momento di andare a fondo nella questione. Cercate di non farvi scoprire.

Detto questo, il sintezoide riduce nuovamente la propria densità per sprofondare nel pavimento. Iron Man può finalmente utilizzare la sua ultima armatura stealth, che ad un comando cibernetico diventa invisibile sotto lo sguardo incredulo di Wasp.

-Okay, missione di spionaggio sul fondo dell’oceano. Ed io che mi aspettavo che dopo tutti questi anni avessimo smesso di fare cose così pazzesche...

 

 

Base dei Vendicatori

 

Quante probabilità ci sono che lo scudo di Capitan America, lanciato alla massima velocità consentita dal braccio del suo possessore, rimbalzi sul bersaglio per finire ai piedi di chi l’ha lanciato invece che tra le sue mani? Molte, se su quella traiettoria si trova Scarlet, che fa uno dei suoi gesti magici.

Solo la prontezza di riflessi ed il severo addestramento permettono a Jeff Mace di intercettare lo scudo prima che gli stacchi la testa.

-Wow!- commenta Cap –C’è mancato poco. Direi che sei tornata in forma, Wanda.

-Non ho più i miei poteri miracolosi…- replica Scarlet -… ma ho recuperato in pieno i miei vecchi poteri di alterazione delle probabilità.

-Se devo dirti la verità, sono contento che tu non sia più quasi onnipotente. Mi sentivo molto imbarazzato con te che potevi fare quasi tutto solo volendolo.

-Si, ti capisco e la penso come te.

-Non avrei potuto dirlo meglio, ragazza mia.

A parlare è stato un giovanotto biondo che indossa un giubbotto di pelle e dei jeans.

-Clint!- esclama Wanda –Che ci fai qui?-

Il solo fatto che sia in convalescenza non significa che non possa venire qui.- replica Clint Barton, alias Occhio di Falco

-Come va il braccio?- gli chiede Cap.

-Sta guarendo. Non posso ancora usarlo per tendere un arco, ma con un po’ di fisioterapia adeguata tra non molto sarà come nuovo.

-E nel frattempo che farai? Ti godrai un po’ di meritate vacanze?- interviene Wanda –Non sarebbe da te. Dì un po': non mediterai mica di prendere ancora la formula della crescita di Hank, vero?-

-Ma no, tranquilla: abbiamo già un Golia, non ce ne serva un altro solo più pallido. Ehi ma questa cos’è? Sembra… la spada dello Spadaccino, quella che il Mandarino modificò per lui.[i] Non la vedevo dalla sua morte.[ii]

-È proprio quella… Tony ha fatto portare qui alcuni cimeli mentre il Palazzo è in ristrutturazione.

Con delicatezza Clint apre la teca ed afferra la spada., poi la passa nella mano sinistra.

-Davvero… perfetta.- mormora.

Assapora il momento per pochi attimi, prima di stringere l’arma e scagliare un fendente contro Capitan America. L’eroe a stelle e strisce para il colpo senza alcuna difficoltà, senza però nascondere la sorpresa per l’attacco improvviso.

-Che diavolo ti prende? Se non avessi parato il colpo...

-Un qualsiasi principiante avrebbe schivato un fendente così, Cap Junior. Dobbiamo sempre essere pronti alla battaglia; non vorrai che ti stacchi la testa la prossima volta che qualcuno con la Corona del Serpente ci controllerà mentalmente, no?

-È sempre stato così? – chiede Capitan America rivolgendosi a Scarlet.

-No, una volta prima di dire una cosa del genere ti avrebbe prima messo al tappeto – risponde sorridendo la mutante.

-A volte mi fai rimpiangere l’amabile personalità di tuo fratello, Wanda. Chissà se tutti i vari trucchi della spada funzionano ancora – cambia argomento Clint Barton, ormai molto più interessato alla spada e ai ricordi che rappresenta che all’allenamento.

-“Trucchi”? Hai anche una spada-guantone da boxe? – scherza Capitan America.

-Il senso dell’umorismo lascialo ai professionisti, Cap Junior. Nelle mani giuste, questa spada è un vero e proprio arsenale...guarda.

Occhio di Falco impartisce un comando cibernetico alla spada, dalla cui punta fuoriesce una scarica di energia elettrica diretta sullo scudo di Capitan America. Decidendo che il suo vecchio amico si è divertito abbastanza con l’ultimo arrivato, Scarlet usa il suo potere sulla spada.

Nelle sue intenzioni, questo dovrebbe far avverare l’improbabile possibilità che la spada interpreti il comando nel modo sbagliato ed impedisca a Clint di mirare correttamente.

Invece accade qualcosa di ancora più improbabile: l’energia scaturita dalla spada è un raggio laser molto più potente delle normali capacità di quest’arma incredibile.

Se lo scudo di Capitan America non fosse quasi completamente indistruttibile, quel laser avrebbe disintegrato l’eroe.

Ma tutto questo sembra banale se paragonato alla visione dell’energia che, invece di dissiparsi, si raggruppa in una forma vaghissimamente umanoide. Una forma che si lascia scappare una sola parola:

-Aiuto.

Un brivido raggela i tre Vendicatori: quel rantolo a malapena udibile è la voce di Photon.

 

 

Lemuria, Oceano Pacifico

Palazzo Reale

 

Nella sala del trono, il Consiglio di Lemuria sta osservando l’immagine di Jocasta trasmessa dal pesce-schermo.

-Questo è inaccettabile! Chiaramente un tentativo di invasione da parte del mondo di superficie! – protesta il ministro della guerra, senza sapere che un Iron Man invisibile lo sta osservando da pochi metri di distanza.

-Invece di lamentarsi, dovrebbe ringraziarci. Se non fossero intervenuti i Vendicatori, lo Squalo Tigre avrebbe attaccato la città – risponde Jocasta. L’inquadratura si allarga, per mostrare la robot in mezzo ad una piazza gremita di lemuriani.

Quello che i cittadini stanno vedendo è pericoloso criminale privo di sensi dopo aver sostenuto una battaglia feroce con Namor.

“Non so cosa è più strano: che l’induttore d’immagini abbia funzionato a queste profondità, o che Ercole si sia lasciato convincere ad interpretare la parte dello sconfitto. Anche se nessuno sa che si tratta di lui” – pensa Tony Stark.

Poi i sensori dell’armatura evidenziano qualcosa di strano: qualcosa sta disturbando il generatore olografico dell’armatura. Non abbastanza da renderlo visibile, ma sufficiente a suscitare l’attenzione dell’inventore.

-Siamo pronti a discutere la situazione con il vostro re, ministro – propone Jocasta.

-Dobbiamo richiamare le nostre truppe in patria! Si tratta sicuramente di un tentativo di Atlantide di attaccarci mentre siamo più deboli – suggerisce un ministro.

-O forse gli abitanti di superficie cercando di approfittarne... – controbatte un altro.

-Non possiamo lasciare che l’assassino del nostro sovrano metta piede nella nostra città. Guardie... – alza la voce il ministro della guerra, per impartire i propri ordini.

-...mantenete la vostra posizione – risponde una voce perentoria.

Ciò che i ministri vedono li lascia a bocca aperta: re Karthon è appena apparso nella stanza, passando attraverso il pavimento sorretto da un essere dalla pelle rossa e da una guardia la cui scollatura è insolitamente generosa.

-Sire! Siete vivo!

-Immobilizzato da una tossina artificiale che non è stato semplice trasmutare in soluzione salina – risponde Sersi, ora con il proprio aspetto e con il proprio costume.

-Richiamate immediatamente in patria tutte le truppe: non possiamo permettere a questa guerra senza senso di cominciare.

-Ai suoi ordini, mio signore – risponde il ministro della guerra, portando una mano alla cintura. L’acqua attorno a lui si distorce per una frazione di secondo, e la sua immagine cambia radicalmente.

Al posto di un lemuriano di mezz’età, un uomo dalla pelle viola e quattro braccia punta un’arma a raggi verso re Karthon urlando:

-Per Attilan!

Il pungiglione di Wasp punge il suo polso al momento giusto, ed il colpo manca completamente il bersaglio. Iron Man disattiva il campo olografico, e con una scarica di repulsori a basso livello riesce a stordire l’assalitore.

Mentre i ministri commentano l’impossibilità di tutto quello che è successo e decine di guardie lemuriane fanno irruzione nella stanza, Iron Man si lascia scappare un commento:

<<Questa scena sta cominciando a diventare un po’ troppo familiare>>

 

 

CONTINUA… ci credereste?

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

Finale brusco per quest’episodio, su cui rimane pochissimo da dire che non sia già abbondantemente chiarito nella storia, ma giusto nel caso che tra voi ci siano dei distratti, chiariamo che…

1)      L’impero sottomarino di Lemuria non va confuso con il piccolo stato dei Devianti dallo stesso nome che abbiamo avuto modo di conoscere nei precedenti episodi. Fondata, forse, da un gruppo di transfughi dall’Impero di Atlantide (quello di Namor e dei suoi antenati, non quello di superficie precataclismico), reclama il dominio su tutto l’Oceano Pacifico. Fino ad ora ha sempre mantenuto un basso profilo, tanto che la sua stessa esistenza è ignota alla gran parte degli abitanti di superficie. Per parecchi secoli Lemuria è stata sotto il dominio ferreo dello spietato Naga, mantenuto in stato di semi-immortalità dal potere della Corona del Serpente. Alla fine, il guerriero Karthon si convinse a rivoltarsi contro il suo sovrano, lo uccise e fu lo stesso Namor a proporlo come nuovo sovrano tra le acclamazioni del popolo. I soli altri Lemuriani noti sono il defunto Llyron, e sua figlia Llyra, spietata nemica di Namor (a cui ha ucciso praticamente mezza famiglia a partire dalla neomoglie Dorma), nata dalla sua relazione con una donna di superficie e che, come Namor, è sia un ibrido che una mutante (ha limitati poteri mutaforma, forza superumana ed un limitato controllo sulle creature marine).

2)      L’originale Spadaccino si chiamava Jacques Duquesne e debuttò su Avengers Vol 1° #19 (In Italia su Thor, Corno, #28) nell’ormai lontano 1965 per opera di Stan Lee & Don Heck & Dick Ayers. Dopo aver iniziato come supercriminale ebbe modo di redimersi e finì la sua carriera addirittura come Vendicatore. È stato una sorta di mentore per Occhio di Falco.

3)      Per quelli di voi che si curano di simili particolari, chiariamo che quella di Segretario della Marina, unitamente a quella di Segretario dell’Esercito e Segretario dell’Air Force, è una posizione del governo USA subordinata al Segretario della Difesa. Compito del Segretario della Marina è sovrintendere alla Marina (ma guarda un po’ -_^) ed ai Marines.

E questo è davvero tutto.

 

Nel prossimo episodio… non pretenderete davvero che vi diciamo tutto adesso, vero? Per dire una frase fatta, aspettatevi l’inaspettato. -_^

 

 

Carlo & Fabio

 

 

 

 

 



[i]               Avvenne in Avengers #19 (prima edizione italiana Thor, Corno, #28).

[ii]              Avvenuta eroicamente in Giant Size Avengers 2 (prima edizione italiana #Thor, Corno, #137/138)